venerdì 9 marzo 2018

Artisti italiani ospiti ad Anversa: Lorenzo Sbolci


Lorenzo Sbolci, artista italiano, espone ad Anversa, a partire dal 18 maggio 2018, presso la galleria Dalek. Vi segnaliamo questa attività in quanto estremamente interessante. La Dalek Art Gallery si trova in Klein Markt 2000, Anversa; tel +32 495 320 293. È aperta solo il sabato e domenica dalle 13 alle 18, mente gli altri giorni solo su appuntamento. L’inaugurazione della mostra di Sbolci ci sarà venerdì 18/05 (ancora da definire) e sarà lì in persona dal giovedì fino a domenica 20.





Dicono di lui: “Se Ingres ha posto ordine alla quiete, io vorrei, al di là del pathos, porre ordine al movimento”. Ernst Paul Klee, grande interprete dell’astrattismo, intendeva l’arte come un preciso discorso sulla realtà, e non solo come “riproduzione” della realtà. Questo pensiero nitido e complesso, assolutamente sincero, è la via che Sbolci percorre da sempre.
Abbandonate le tele e gli oli, ha trasportato il suo mondo, o meglio, la sua visione del mondo     e della realtà coniugata attraverso l’astratto, sulla tavola lignea, sagomata e lavorata come fosse materiale plastico. Forandola come fece Fontana con le tele, muovendone bordi e superfici interne alla ricerca della plasticità, non stando nella volumetria di un Mastroianni      ma cercando quel connubio tra pittura e scultura e rapporti dimensionali che fanno divenire     le sue opere e i suoi Totem una “terza via” espressiva. L’olio ha lasciato il posto al pastello e alla matita acquerellabile, utilizzati con maestria e leggerezza, con intensità o delicatezza, e con un risultato astratto e di profondità di segno molto interessante. La matericità ha lasciato posto a campiture di stratificazioni cromatiche leggere che senza spessori arrivano a evidenze coloristiche anche intense quando non urlate, oppure al contrario molto tenui, e in ogni caso sempre elaborate in modo astratto.
Le definizioni e le separazioni delle campiture cromatiche nette, effettuate con tratti neri o molto scuri sia abbozzati che marcati, i volumi ascritti a piani di composizione e di lettura, l’iterazione di segni e segmenti, la successione di linee curve e spigolosità, le alternanze di gamme estese di cromie: tutto contribuisce a restituire profondità e dinamismo alle tavole senza mai perdere di vista ricerca e riproposizione della personale interpretazione dell’astratto che Sbolci persegue.
Al fruitore le opere di Sbolci offrono così uno straordinario risultato di lettura, che vede sviscerato ed esaltato tutto il senso della ricerca di quel “movimento ordinato del caos” e           il dialogo che l’artista compie nell’incontro-scontro tra pieni e vuoti, tra assenza e essenza, tra interno ed intorno. Un dialogo sentito e profondamente vissuto e sofferto, ma esposto in maniera gioiosa, “danzando” sulla tavola lignea come a volteggiare sul palcoscenico della realtà.
Un confronto teso e costante, sincero e colmo di domande sulla realtà che lo circonda o che lo colpisce e sulla Vita nell’accezione più vasta del termine, con spunti improvvisi, riflessioni, punti interrogativi, dubbi che Sbolci esprime con sincerità, sdrammatizzando con la sua ironia toscana le brutture, e materializzando in Arte il suo personale pensiero di Uomo e Artista.”    
                                                                                                
Michele Franco

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